A chi non è capitato di impostare una destinazione sul navigatore satellitare e vedere che durante il cammino, il sistema ricalcola il percorso?
Chi usa il navigatore spesso, sa che può succedere molto di frequente e sa anche che, il più delle volte, la deviazione si traduce in un insuccesso.
Cosa cambia tra la consulenza d’orientamento e il navigatore satellitare?
Il navigatore sa come partire da un punto A e raggiungere il punto B, a volte facendo anche tappe intermedie pre impostate e sa come ricalcolare il percorso per consentire all’utente di raggiungere la meta in meno tempo possibile, anche se ciò a volte significa percorrere stradine strette e non asfaltate.
Senza l’utente che lo imposta con decisione verso la sua meta, il navigatore non saprebbe dove andare. E cosa succede se si cambia percorso? Il navigatore continuerà a chiederci di deviare per tornare indietro!
Anche nell’orientamento c’è un percorso da seguire: un punto di partenza A (la situazione attuale), un punto di arrivo B (l’obiettivo che vogliamo raggiungere), delle tappe (la formazione, la certificazione, la crescita personale), un utente e un orientatore.
In questo caso, a fare la differenza è proprio l’orientatore che, attraverso la relazione che istaura con l’utente, guida quest’ultimo non verso una meta preimpostata dalla società, dalla famiglia, dal contesto, dei media, dagli eventi di vita ecc., ma verso la meta più adatta a lui! Verso quella meta che, una volta raggiunta, ti fa allargare le braccia al cielo, chiudere gli occhi e fare un sospiro profondo di gioia e libertà.
Questo perché seguire un percorso di orientamento professionale e/o scolastico consente di acquisire consapevolezza di quello che si è veramente, senza influenze esterne!
È un po’ come tornare bambini, con i sogni da realizzare, gli occhi pieni di speranza e quella grinta che ci spinge ad andare avanti, dimenticandoci di chi ci ha detto di lasciar stare, consigliandoci di optare per un futuro “certo”!
Lavorare sulla propria consapevolezza significa focalizzare l’attenzione sui propri valori e sulle proprie risorse; valorizzare le proprie abilità e i propri punti di forza e, attraverso un’analisi approfondita, esplorare anche il mercato, rivedendo le proprie competenze utili per l’occupabilità.
La mia scelta di diventare orientatore dipende da più motivi. Innanzitutto, ho vissuto sulla mia pelle i benefici della formazione olivettiana, che riconosce la centralità della persona, e che ancora oggi costituisce il faro che mi guida nella mia attività professionale.
In secondo luogo, essendo pedagogista e coach, sono predisposta all’orientamento educativo, quello volto a stimolare l’utente a sviluppare competenze utili nell’affrontare in autonomia le diverse transizioni che incontrerà durante la vita, diventando il navigatore di se stesso.
Ma quello che credo essere uno dei motivi più forti che mi spinge a dedicarmi con passione a questa professione, il motivo che maggiormente si sposa con i miei valori, è l’orientamento sociale!
Oggi più che mai è fondamentale lavorare in tal senso! Il covid19 ci ha stravolti e ci ha trasferiti da una strada percorribile con navigatore impostato, ad un mare in burrasca senza nemmeno una bussola come supporto!
Oggi l’orientamento lavora sul singolo ma rivolge la sua attenzione al sistema sociale per promuovere l’empowerment di comunità.
Sappiamo bene cosa abbiamo vissuto durante il lock down, le cui ripercussioni ancora non le abbiamo subite pienamente perché oggi la situazione è congelata per il blocco dei licenziamenti stabiliti dal decreto.
Ma cosa succederà a settembre?
Qualunque cosa accada, l’orientamento gioca un ruolo fondamentale, non solo di semplice supporto per la ricerca del lavoro, per la stesura del curriculum vitae, per la consapevolezza di sé, per la preparazione ad affrontare un colloquio di lavoro, ma proprio per il suo ruolo attivo nel sociale!
Il lavoro è indispensabile per le persone in quanto le fa sentire parte attiva della società. Pertanto, e soprattutto in vista di un possibile nuovo blocco, occorre evitare spinte suicide, depressioni e isolamento e azioni che possono sfociare in micro criminalità.
Quindi siamo sicuri che l’orientatore può essere sostituito da un “semplice navigatore”?
Stefania Scamardella
Career Coach, Orientatore e Formatore aziendale
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